Diario di una Farfalla

HANNO RUBATO IL NOSTRO TEMPO

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Non abbiamo più tempo per niente.

Questo è davvero terribile!

Dover scegliere in continuazione cosa fare prima cosa dopo e… “forse, se corro, riesco a fare ancora quella cosa lì!”.

Ci hanno rubato la cosa più preziosa, la possibilità di una vita oltre il lavoro, figli, e la casa.

È disumano finire la giornata alle 20, e cominciarla tra le mura domestiche. Ci ritroveremo in età pensionabile così sfatti che non capisco bene a cosa ci servirà: ci vogliono fare passare dal lavoro al piede nella fossa (nella tomba pareva brutto).

Oggi saremmo ricchi se avessimo tempo!

Invece? Corsa contro il tempo per ottenere sempre di più; 2 macchine, 4 cellulari, pc, TV, iPad, iPod, vestiti alla moda, unghie ricostruite, arriccia capelli, piastra lisciante, borse, scarpe.

Per avere di più, abbiamo autorizzato le aziende e la società a spremerci come limoni. Mi chiedo se tutto ciò sia necessario, e se stiamo trasferendo ai nostri figli una cultura sostenibile.

Ci svegliamo al mattino con il pepe di dietro: i bimbi veloci a scuola, noi, come saette, al lavoro. Organizziamo il pranzo, difficilmente torniamo a casa per sederci con loro, chiamiamo nonni (che se sono giovani lavorano ancora, se sono anziani sono pieni di acciacchi), o le tate per gestire gli impegni pomeridiani: c’è il nuoto, il calcio , la danza, nei giorni pari. Nei giorni dispari, abbiamo lingue straniere e musica; subito dopo il catechismo!

Alle 19, se siamo fortunati, recuperiamo tutti e corriamo a casa per inventare una cena veloce, perché poi ci sono lavatrici da fare (così al mattino possiamo stendere!), e da stirare. Ovviamente mentre facciamo ripassare i figli, che l’indomani hanno l’interrogazione programmata. Sono cotti da non stare più in piedi dopo tutte le attività, ma con un po’ di vitamine ce la faranno!

Alle 23 siamo talmente distrutti che forse ci possono raccogliere con il cucchiaino. Con 10 gocce di lexotan o xanas forse riusciamo ad addormentarci.

Abbiamo tralasciato tante cose da fare, ma non ci preoccupiamo perché sabato e domenica,  se siamo bravi, riusciamo a fare spesa, un pò di shopping, invitare amici, organizzare feste di compleanno, pulire a fondo almeno una stanza, e preparare tutto per la nuova settimana.

Addestriamo i nostri figli a studiare sempre di più, perché senza il pezzo di carta non faranno niente. Li spingiamo a studiare bene l’inglese, devono fare il Trinity, il First , il Cambridge,  azzi e mazz… Perché così quando faranno ingegneria o medicina (perché ormai vogliono solo ingegneri e medici), avranno più crediti. E sicuramente dopo la laurea, verranno chiamati da qualche super azienda estera e si trasferiranno in capo al mondo, perché l’Italia è un paese morto, e non ci sono più prospettive.

Ma ci rendiamo conto di dove ci siamo infilati??? Abbiamo perso di vista la serenità che avevamo noi da giovani. Quando pensavamo che non saremmo mai diventati grandi, quando ci godevamo tutta la serenità del nulla.

Perché se facevamo uno sport, era già tanto! E l’inglese forse l’avremmo imparato dopo la maturità , durante le meritate vacanze all’estero che sognavamo da 5 anni. Il catechismo era occasione per uscire e parlare con gli amici; i maschi giocavano a calcio e le femmine li guardavano già maliziosette e puntavano il più bello.

A noi la voce serviva! Il pollice era per fare l’auto-stop non per messaggiare!

E se ci serviva qualcosa, dovevamo girare mari e monti per trovare la migliore, al prezzo più conveniente. Non c’era il diritto di recesso! Ci pensavi 2 volte a buttare via i soldi, ed aspettavi 3 compleanni e 4 Natali per racimolare la cifra necessaria.

La moda era dettata dai fighi della scuola, o da qualche giornale che scambiavamo, perché già averne uno era tanto. Il sedere era meno pesante e non soffrivamo di scogliosi, o di tendiniti da social.

Altro che stare sul divano a cercare su Amazon, eBay e poi ricevere tutto a casa!

Prendevamo i pullman, e spesso quei vecchi tram che sapevano di ferro vecchio. E quando trovavi quello che volevi, dovevi aspettare di incontrare gli amici per dirglielo! Perché non c’erano i selfies per tirarsela.

Che nostalgia! Non per me. Io quei momenti li ho vissuti, sono sulla mia pelle, nel mio DNA.

Penso ai miei figli, che sono spugne di un mondo malato, in cui la mamma non ha mai tempo. O quanto ce l’ha , ha la testa da un’altra parte: c’è il mutuo da pagare, le bollette che lievitano, la benzina, le attività , i libri…

Non possiamo permetterci il lusso rallentare!

Ma.. se rallentiamo e perdiamo qualcosa? Magari non riflettiamo abbastanza sul fatto che, perdendo qualcosa, troviamo qualcos’altro; mentre il tempo vola…Rubato o meno.

Sta a noi scegliere come fare, meglio di così!

Ed io, che so queste cose, non ho fatto altro che cadere come una pera cotta in questi meccanismi perversi, dei quali siamo ormai schiavi.

Lo so, lo so. La consapevolezza mi porterà a camminare verso un mondo più leggero e sereno, in cui il tempo non è un semplice mezzo per arrivare al domani.

voglio il mio tempo

godiamo del tempo con le persone che amiamo

Il tempo è una ricchezza preziosa che dovremmo coltivare come un bonsai; seppur piccolo può vivere a lungo con delicati gesti, coccole, carezze. Devo rubare attimi alla vita che corre. Devo farlo per i miei cuccioli d’uomo. Sì. Da oggi, ruberò io il tempo.

Grazie per la tua attenzione, se vorrai condividermi sarò felice io!

Bellamente

Hai voglia e bisogno di cambiare? Vuoi vederti diversa? Seguimi! Ti darò qualche spunto per migliorare la percezione di te.

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